Il 30 agosto 2024, l’Italia ha ufficialmente recepito la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), segnando un’importante svolta per le imprese italiane. La nuova normativa amplia gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità, coinvolgendo non solo le grandi aziende, ma anche le PMI quotate, gli enti creditizi di piccole dimensioni e le compagnie assicurative. L’obiettivo è garantire una maggiore trasparenza sulle performance ESG (ambientali, sociali e di governance) delle imprese, armonizzando il sistema di rendicontazione europeo.
Le imprese coinvolte dovranno redigere report dettagliati sui loro impatti ambientali, sociali e di governance, seguendo i nuovi standard stabiliti dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG). L’introduzione di queste normative avverrà in maniera graduale, con l’obbligo per le grandi aziende a partire dal 2024, mentre le PMI avranno tempo fino al 2028 per adeguarsi.
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda l’introduzione di sanzioni per chi non rispetta tali obblighi. Le aziende che non adempiranno ai requisiti di trasparenza potrebbero incorrere in sanzioni pecuniarie e altre misure correttive. Inoltre, viene sottolineato il ruolo cruciale degli auditor, che avranno la responsabilità di verificare l’accuratezza delle informazioni fornite nei report.
Questo decreto rappresenta una tappa fondamentale verso un’economia più sostenibile e responsabile, incentivando le imprese italiane a migliorare le loro pratiche ESG e a contribuire attivamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Unione Europea.
Le novità del decreto di recepimento della CSRD
Il testo del decreto legislativo approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri, definisce i nuovi parametri per definire le PMI quotate e cambia il regime sanzionatorio sulle attività di revisione. Il decreto infatti, amplia l’ambito di applicazione dei requisiti di rendicontazione alle PMI quotate. Infatti, la proposta approvata dal Cdm ha modificato il numero medio di dipendenti che un’azienda inclusa dalla normativa deve avere durante l’esercizio considerato: non più da “superiore a 50 a inferiore a 250”, ma da “non inferiore a 11 e non superiore a 250”. Gli altri due requisiti per essere considerate PMI quotate sono patrimonio (superiore a 450mila euro e inferiore a 25 milioni) e i ricavi netti delle vendite e delle prestazioni (superiori a 900mila euro e inferiori a 50 milioni).
Quando sarà applicata la nuova normative CSRD?
In linea con la direttiva europea, il decreto di recepimento stabilisce le seguenti date di applicazione:
Dal 1° gennaio 2024 (con pubblicazione nel 2025) saranno coinvolte le aziende già soggette agli obblighi della NFRD (Non Financial Reportin Directive), che viene sostituita dalla CSRD;
Dal 1° gennaio 2025 (con pubblicazione nel 2026) sarà la volta delle altre grandi imprese;
Dal 1° gennaio 2026 (con pubblicazione nel 2027) dovranno adeguarsi alla normativa anche le PMI quotate, gli enti creditizi piccoli e non complessi e le aziende di assicurazione e di riassicurazione captive (quelle cioè che coprono i rischi delle società capogruppo);
Dal 1° gennaio 2028 (con pubblicazione nel 2029), infine, toccherà alle filiali e succursali di società madri residenti al di fuori dell’UE che, negli ultimi due esercizi consecutivi, e per ciascuno di essi, hanno generato ricavi netti da vendite e prestazioni superiori a 150 milioni di euro in territorio europeo, a livello di gruppo o individuale.
Dopo l’adozione definitiva del testo del decreto legislativo di recepimento, si attende ora l’ultimo passaggio formale, ovvero la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
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