I 7 indicatori della crisi d’impresa sono gli indici di bilancio che ai sensi dell’art 13 del nuovo codice della crisi devono evidenziare gli squilibri economici, patrimoniali e finanziari, precursori della eventuale crisi aziendale.
In questo articolo approfondiremo quali sono gli indicatori della crisi d’impresa e come attuare un sistema di allerta di crisi aziendale interno.
Quali sono gli indicatori della crisi d’impresa?
Gli indicatori della crisi d’impresa sono 7 e sono stati studiati in base ai settori di appartenenza:
- Patrimonio Netto Negativo
- DSCR previsionale a 6 mesi
- Oneri Finanziari sui Ricavi
- Patrimonio Netto su Mezzi di Terzi
- Attivo a Breve su Passivo a Breve
- Cashflow su Attivo
- Debiti Previdenziali e Tributari su Attivo
I primi due indicatori di allerta sono validi per tutte le tipologie di aziende ed attività mentre gli altri indicatori sono specifici per ogni settore di appartenenza dell’azienda.
A questo punto analizziamo i 7 indicatori della crisi d’impresa nel dettaglio.
Che cosa è il Patrimonio Netto?
Il patrimonio netto, o capitale netto esprime il valore del patrimonio di proprietà dell’azienda. Esso rappresenta le fonti di finanziamento interne, ovvero derivante dall’approccio dei promotori dell’iniziative imprenditoriale. In buona sostanza sono i capitali conferiti in azienda dai soci.
Il Patrimonio netto negativo?
Quando il Patrimonio Netto (il capitale conferito dai soci) di una società è totalmente consumato dalle perdite accumulate nel bilancio, ci troviamo ormai in una situazione di totale crisi aziendale che presumibilmente ha avuto origine molto prima dell’analisi del famoso indice.
il Patrimonio Netto deve essere monitorato dal commercialista o del redattore di bilancio d’esercizio e del sindaco/revisore.
Quest’ultimi infatti devono esprimere un giudizio c.d. “going concern”, sui presupposti della continuità aziendale.
Nel caso in cui ci si trovi di fronte ad un Patrimonio Netto Negativo, rimangono solo 2 strade:
- Ricostituzione del patrimonio attraverso nuove risorse apportate dai soci ed avvio di un processo di ristrutturazione aziendale;
- Messa in liquidazione della società.
Va inoltre precisato che laddove si verifichi l’azzeramento del capitale sociale o patrimonio netto l’amministratore ha l’obbligo di convocare immediatamente, senza indugio, l’assemblea dei soci per decidere sulle due strade prima elencate.
L’utilizzo di questo indicatore con l’intento e l’approccio alla gestione della crisi di carattere predittivo appare molto contrastante, in quanto questo indicatore mostra una situazione di crisi pregressa.
Che cosa indica il DSCR (Debt Service Coverage Ratio)?
Il Debt Service Coverage Ratio (abbreviato DSCR) è invece un indicatore predittivo ed altro non è che il rapporto tra i flussi di cassa “liberi”, generati dalla gestione operativa, disponibili al rimborso dei debiti previsti.
Questo indice di bilancio non deve essere inferiore a 1, il che tradotto intende che i flussi di cassa operativi (al netto delle imposte) devono essere superiori, e quindi garantire, i flussi in uscita per il pagamento dei debiti previsti a bilancio.
Il DSCR a 6 mesi all’interno del sistema di allerta della crisi d’impresa serve per evidenziare ai delegati al controllo che l’azienda ha la sostenibilità dei debiti almeno per i 6 mesi successivi.
Cosa sono indica l’indice “Oneri Finanziari sui Ricavi”?
Tale indice indica il rapporto tra gli oneri finanziari derivanti dai rapporti bancari dell’azienda rispetto ai ricavi.
L’indice fornisce dunque un’informazione generica sulla sostenibilità dell’indebitamento bancario dell’azienda.
Il parametro non deve essere superiore alla forbice di valore 1,5% – 3,8% nelle rispettive categorie settoriali.
Il Patrimonio Netto su Mezzi di Terzi?
Il patrimonio nette rispetto ai mezzi terzi è l’indicatore per eccellenza per identificare il livello di capitalizzazione dell’impresa. Questo indice non deve essere inferiore ai valori soglia che oscillano tra 2,3% – 9,4%.
Il significato del Patrimonio Netto sui Mezzi di Terzi è dovuto al fatto che più l’impresa risulta capitalizzata con i mezzi propri (ovvero i capitali versati dai soci) e più è ritenuta solida da tutti gli stakeholders.
L’Attivo a Breve su Passivo a Breve
L’indice misura lo squilibrio all’interno del capitale circolante operativo. Il rapporto tra l’attivo a breve ed il passivo a breve non deve andare al di sotto dei valori soglia che variano dal 69,8% al 108%. Minore è la percentuale e minore è la quantità di crediti esigibili nel breve termine, destinati a coprire i fornitori e altri debiti a breve.
Cashflow su Attivo
il cashflow su attivo esprime quanta cassa, ovvero liquidità, effettivamente genera quello che abbiamo investito nell’attivo come beni, capitale e attivo circolante stesso.
I valori soglia proposti variano da un minimo del 0,3% ad un massimo del 1,9%.
Debiti Previdenziali e Tributari su Attivo
Nell’ambito della prevenzione della crisi d’impresa particolare attenzione meritano i debiti tributari e previdenziali.
L’indicatore dei debiti previdenziali e tributari su attivo, rappresenta una novità nel set standard degli indici di bilancio.
La produzione di debiti tributari e previdenziali rispetto all’attivo è indice di scarsa affidabilità anche nel mondo creditizio.
Questo parametro deve assumere un valore inferiore alle soglie che variano dal 2,9% al 14,6% nei vari settori.
Il motivo per cui è stato fortemente inserito nel sistema dei 7 indicatori della crisi d’impresa è dovuto dalla procedura di allerta, che prevede una segnalazione esterna da parte di un creditore pubblico qualificato (fisco, inps o agenzia entrate).
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