In questi giorni il Governo ha elaborato alcune modifiche al testo della sicurezza sul lavoro (Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.) al fine di tutelare i lavoratori e le aziende dal rischio biologico di contagio da Coronavirus, anche mediante l’introduzione di ammortizzatori sociali e obblighi di chiusura pe alcuni tipi di attività.

Ma andiamo nel dettaglio per vedere cosa è cambiato e come le aziende devono organizzarsi per garantire la continuità del lavoro ed evitare la chiusura.

Quali sono le principali modifiche attuate?

Tra le principali modifiche c’è l’introduzione della modalità di “lavoro agile” (o lavoro a distanza) che permette a tutte le aziende, senza distinzione e limite alcuno di attivare il “telelavoro” o “smart working” fino al 25 marzo 2020.

Altra importante introduzione da parte del Governo è l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutte le tipologie di aziende.

Quali attività devono obbligatoriamente rimanere chiuse?

La chiusura, fino al 25 marzo, su tutto il territorio nazionale, è prevista per tutte le attività di ristorazione (bar, pub, pizzerie, ristoranti, pasticcerie, gelaterie etc.) e di tutti i negozi, tranne quelli delle categorie espressamente previste.

Quali attività possono rimanere aperti?

Potreanno rimanere aperti i negozi di prodotti alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, le tabaccherie, i bar e punti di ristorazione nelle aree di servizio stradali e autostradali e i negozi di prima necessità o di servizi alla persona.

Quali regole deve rispettare un’azienda che deve rimanere aperta?

L’azienda per poter scongiurare la chiusura dovrà adeguarsi alle novità del decreto legge.

In particolare l’azienda potrà sottoporre a controllo della temperatura corporea prima dell’ingresso in azienda.

L’ingresso e l’uscita dal luogo di lavoro dovrà essere eseguita a scaglioni evitando assemblamenti.

L’azienda «deve garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi. In generale deve garantire la sanificazione periodica degli ambienti di lavoro».

Non è invece previsto l’obbligo di utilizzare mascherine per chi non manifesta sintomi, come previsto dall’Oms.

Qualora il lavoro imponga di operare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche.

 

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